Ricerche non tracciate da Google Search Box

Quando un utente fa clic su un risultato di ricerca ottenuto tramite la Google Search Box del proprio dispositivo Android, lo apre all’interno di un browser in-app anziché nel browser predefinito del device. Quello che succede è che, quando un collegamento viene aperto in un’altra app, il referrer viene rimosso e il  traffico appare come diretto. È questo caso del referrer com.google.android.googlequicksearchbox.

Si tratta a tutti gli effetti di ricerche provenienti da traffico Organico, ad ogni modo ci sono situazioni in cui questa sorgente può essere identificata da Google Analytics come referral, ovvero che viene riconosciuta come sorgente esterna e va a popolare i report della piattaforma di analisi, Fig. 1:

Fig. 1 – com.google.android.googlequicksearchbox come referrer

Nella maggior parte dei casi tuttavia questo valore non viene riconosciuto, né in Google Search Console né in Google Analytics, e il sorgente / mezzo risulta (direct) / (none).

L’argomento non è certo una novità, Fig. 2:

Fig. 2 – Tweet sull’argomento in oggetto

La questione però è che, non ritrovando questo valore in Google Analytics, il problema può non essere posto e viene a mancare la sensibilità nei confronti di questa informazione che sta andando perduta.

L’aspetto particolare è che nel document.referrer questa informazione è presente tuttavia, non viene raccolta né come Sorgente, né come Percorso referral (gli URI che hanno indirizzato il traffico), né come Referrer completo (gli URL che hanno indirizzato il traffico), Fig. 3.
Un dato a dir poco importante e che allo stesso tempo rimane del tutto trasparente al sistema di tracciamento.

Soluzione

Una soluzione per portare il dato in piattaforma è quella indicata da Simo Ahava, ovvero tracciare il valore di document.referrer come dimensione personalizzata a livello di hit.

Con un setup davvero immediato abbiamo la possibilità di distinguere in Google Analytics il traffico proveniente dalla Google Search Box rispetto a quello effettivamente Diretto, Fig. 3, potendo di conseguenza effettuare analisi più mirate e performanti sul comportamento degli utenti che hanno trovato il nostro sito tramite una ricerca organica piuttosto che su quelli che già conoscevano.

Fig. 3 – com.google.android.googlequicksearchbox tracciato come dimensione personalizzata

L’implementazione del referrer come dimensione personalizzata si porta dietro anche un altro vantaggio. Poiché le pagine del proprio sito sono escluse dalla lista dei referral al fine di evitare incongruenze dovute ai self-referral (in passato il dominio doveva essere aggiunto manualmente nelle impostazioni di Proprietà, oggi questo avviene di default alla creazione della stessa), il valore del document.referrer all’interno delle pagine del proprio sito viene ignorato (questo garantisce di assegnare alla sessione l’ultima sorgente effettiva che ha avviato la visita). Passando questo valore come dimensione personalizzata sarà possibile analizzare in modo immediato quale era la pagina precedente di ogni interazione, permettendo di ricostruire flussi di navigazione, senza influire negativamente sull’interruzione di sessioni o sull’interpretazione dei dati raccolti da Google Analytics.