Fornitore di servizi e Dominio di rete: (not set)

A differenza di alcune dimensioni, che sono rimaste in sospeso per diversi mesi o addirittura anni dopo che Google ha annunciato il loro ritiro, dal 4 febbraio 2020, quelle di Service Provider e Network Domain sono state deprecate in Google Analytics senza preavviso.

Dall’interfaccia della piattaforma, puntando il mouse sull’icona del “?” per l’una e l’altra dimensione, compare il tooltip informativo che cita:

  • [Non più supportato] I nomi dei provider di servizi Internet (ISP) utilizzati dai visitatori del tuo sito.
  • [Non più supportato] I nomi di dominio completi dei provider di servizi Internet (ISP) dei visitatori del tuo sito.

Quello che lascia attoniti è che Google sia andato immediatamente ai fatti senza passare dalle parole. Nel report di “Pubblico -> Tecnologia -> Rete“, dalla data indicata, quelle informazioni non vengono più raccolte e sono valorizzate con un (not set), Fig. 1:

Fig. 1 – Fornitore di servizi e Dominio di rete non sono più raccolti e valgono sempre (not set)

Quale è il loro impatto sui dati

Per quanto questo report possa sembrare marginale, il suo utilizzo consentiva di ottenere un dato più pulito in piattaforma per almeno due motivi:

  • consentiva di scoprire e filtrare il traffico da bot e spam rilevando nomi di fornitori discutibili o picchi di traffico anomali derivanti da un particolare ISP;
  • permetteva alle medie e grandi aziende di filtrare il traffico aziendale interno dalle viste di Google Analytics, proprie e dei loro clienti.

Da alcune verifiche sembra che questa modifica non abbia impattato solo sulla visualizzazione dei dati nei report ma impedisca anche la possibilità di filtrare le viste con queste due dimensioni.

La rimozione dal contesto del sistema Analytics delle suddette dimensioni, qualora utilizzate per gli scopi indicati, potrebbe ripercuotersi sulle metriche principali, come l’incremento giornaliero di utenti, sessioni, frequenza di rimbalzo e tutto ciò che ne consegue, dovuto a traffico non qualificato e indesiderato.

Soluzione

Un’ipotesi per sopperire a questa mancanza può essere quella di recuperare, tramite sistemi interni al sito, queste informazioni non più ottenibili nativamente in Google Analytics.

Qualora non fosse possibile passare l’informazioni ad Analytics con il linguaggio server-side, l’alternativa può essere quella di utilizzare JavaScript, direttamente in pagina o sfruttando la semplicità di utilizzo di Google Tag Manager.
Ci sono alcuni servizi online che espongono API di geolocalizzazione IP, come http://ip-api.com/ per citarne uno gratuito, che consentono di ottenere informazioni utili da gestire ed utilizzare in Google Analytics.

Un esempio di risposta all’interrogazione dell’API appena citata è il seguente:

{
    "query": "79.54.15.239",
    "status": "success",
    "continent": "Europe",
    "continentCode": "EU",
    "country": "Italy",
    "countryCode": "IT",
    "region": "62",
    "regionName": "Latium",
    "city": "Rome",
    "district": "",
    "zip": "00187",
    "lat": 41.8931,
    "lon": 12.4026,
    "timezone": "Europe/Rome",
    "currency": "EUR",
    "isp": "INTERBUSINESS",
    "org": "NAS DHCP Pool Roma pop2",
    "as": "AS3269 Telecom Italia S.p.A.",
    "asname": "ASN-IBSNAZ",
    "mobile": false,
    "proxy": false,
    "hosting": false
}

In questo caso, dal parametro “as” si può dedurre che il visitatore in questione utilizza Telecom Italia S.p.A. come fornitore di servizi (ISP).

Questo dato può essere salvato in Google Analytics, ad esempio come dimensione personalizzata, per replicare la dimensione deprecata. Sulla base dei relativi valori acquisiti possono essere successivamente create delle regole per consentire o meno l’invio delle hits, derivanti da determinati fornitori di servizi, alla Proprietà Analytics.

Se conosci soluzioni migliori o più performanti lascia un commento qui sotto!